30 ottobre 2010
Rilassamento e ricerca interiore
Una delle cose che più abbiamo dimenticato ai nostri giorni è la capacità di rilassarci. Il nostro modo di vivere è frenetico, soprattutto nelle grandi città: dominano la fretta, l'ansia, la competitività, la nevrosi. Spesso persino la notte il cervello non la smette di arrovellarsi: molte volte al mattino ci si sveglia con l'impressione di aver lavorato anche durante il sonno e ci si sente stanchi, come dopo uno sforzo. Molte, troppe persone soffrono di insonnia o, peggio, di disturbi psicosomatici.
E proprio la medicina psicosomatica ci conferma che alla base della maggior parte delle malattie (alcuni sostengono di tutte le malattie, salvo quelle di origine traumatica) c'è lo stress, il quale indebolisce il sistema di difesa immunitario, esponendoci all'aggressione di virus e malattie. Basta osservare attentamente una persona per accorgersi di come la tensione agisca sul suo corpo accumulandosi fino a diventare visibile e, a volte, fino a deformare l'organismo, incurvando le spalle, espandendo il ventre, irrigidendo muscoli e intere fasce dell'organismo. Se durante la giornata portassimo per pochi attimi l'attenzione sul diaframma, ci accorgeremo che il più delle volte è contratto; oppure che siamo curvi, che non respiriamo mai a fondo, utilizzando pienamente i polmoni, anzi quasi tratteniamo il respiro come se ciò ci permettesse di difenderci da ogni aggressione esterna. E il respiro è strettamente collegato con la sfera emotiva: bloccandolo è come se inibissimo le nostre ansie.
Questo modo di vivere crea una serie di abitudini sbagliate dalle quali però non ci si riesce più a liberare, che ci condizionano impedendoci di vivere serenamente e pienamente la nostra esistenza. Il primo passo per uscire da questa catena, e quindi dallo stress, è proprio il rilassamento.
Oggi finalmente medici e psicologi stanno riscoprendo il valore di certe tecniche mentali, derivanti dall'ipnosi e dallo yoga, grazie alle quali si ottiene un buon rilassamento psicofisico. In questi ultimi anni gli studiosi hanno sottoposto il cervello dell'uomo a numerosi esperimenti, usando le più moderne apparecchiature elettroniche e scoprendo una serie di dati molto interessanti. Per esempio che ogni volta che l'individuo si rilassa a livello muscolare il cervello emette l'onda alfa, quasi sempre presente durante il presonno e gli stati alterati di coscienza. Inoltre si verifica, pare (questa teoria è molto discussa), una produzione di endorfine (il cosiddetto ormone della felicità), che sembrano essere le responsabili "chimiche" del nostro benessere.
Ma questo è solo l'aspetto fisico. Noi continuiamo a tener presente l'organismo dell'uomo, dimenticando la psiche, lo spirito. Ma se avviene una commutazione a livello fisico, questa si riflette anche nelle altre sfere. In questa ottica, il rilassamento rappresenta il primo gradino per entrare in contatto con se stessi e sviluppare le facoltà psichiche e spirituali. Studiando i sensitivi, si può vedere che ogni volta che uno di loro si concentra per ricevere un messaggio telepatico, mettersi in contatto con il passato o il futuro, entra in uno stato particolare di concentrazione, una specie di trance lucida, in cui stacca l'attenzione dal mondo esterno per rivolgerla a quello interno. In genere, l'uomo normale (ammesso che esista un punto preciso di riferimento per stabilire che cosa è "normale") ha disimparato a percepire il suo mondo interno, che emerge solo nei sogni. O addirittura ne ha paura, come temesse di veder sorgere fantasmi terribili; per molti il contatto con il profondo rappresenta inconsciamente la perdita dei propri punti di riferimento quotidiani, delle proprie difese, mentre è esattamente il contrario.
Noi continuiamo ad operare solitamente la razionalità, la logica e cioè l'emisfero sinistro del cervello, dimenticando che l'intuizione non è immaginazione, creazione fantastica, sogno, ma uno strumento di conoscenza.
Ed ecco l'importanza di recuperare il rilassamento: per prima cosa esso consente di raggiungere un buon equilibrio psicofisico, di eliminare tensioni e stress, imparando anche (ed è una conquista automatica, una conseguenza naturale del rilassamento) a prendere gli avvenimenti con più distanza, senza lasciarsi coinvolgere troppo a livello emotivo. In seguito questo stato stimola altre vie mentali, la creatività, la memoria, e a volte apre anche la via della conoscenza extrasensoriale. Il segreto della felicità e della conoscenza interiore è riposto anche nel raggiungimento di una profonda calma, che permette il distacco dal mondo: distacco che non significa, come molti credono, rinuncia alle cose terrene, bensì consapevolezza della relatività delle cose, degli avvenimenti, dei rapporti umani. Significa pace, acquietamento delle passioni e delle emozioni violente, capacità di non lasciarsi coinvolgere e di saper guardare la realtà obiettivamente. (...)
Il rilassamento è previsto in ogni disciplina mentale: viene insegnato nell'hatha yoga, nella sofrologia, nell'ipnosi, nello zen, sia come momento di raccoglimento prima di intraprendere altri esercizi, sia fine a se stesso, come nel training autogeno (TA). E se all'inizio viene proposto come un esercizio, col passare del tempo si tramuta in un modo di vivere. Per raggiungere il cosiddetto stato alfa, infatti, dapprima occorre un certo allenamento, soprattutto per imparare a "fermare" la mente. Molte persone, all'inizio dei corsi di TA, si lamentano spesso di non riuscire a concentrarsi sugli esercizi perchè disturbati dai continui pensieri che sembrano essere dotati di una loro autonomia, dalle preoccupazioni quotidiane: così, invece di concentrarsi sul corpo e di lasciare libera la mente per permetterle di percepire sensazioni piacevoli, esse continuano a rimuginare alle cose da fare, la casa, i figli, gli obblighi lavorativi o sociali. Per altri il problema invece è situato ancora a uno stadio precedente, a livello intellettuale: per loro abbandonarsi anche per un attimo e distaccarsi dalla routine quotidiana è una perdita di tempo. A meno che non si ammalino queste persone non accettano di occuparsi del loro corpo nè tantomeno della psiche. Ciò che più conta è la competitività, la produzione, l'essere sempre indaffarati e occupati.
L'uomo in questo secolo si è convinto che la realtà sia costituita solo dal lavoro, dall'adempimento dei propri doveri e non si accorge che invece ha perso di vista il significato della vita, scambiando valori relativi per assoluti. Di questo si può fare verifica per esempio durante una malattia. Chi ha puntato tutti i propri obiettivi sul lavoro, quando è costretto a fermarsi si sente escluso dal mondo, ha paura di essere indispensabile (o viceversa, di scoprire che non lo è affatto), crede che sia impossibile vivere se non sul lavoro. Poi a mano a mano che i giorni passano, le cose acquistano una sfumatura diversa, perdono l'urgenza e la gravità iniziale. Ci si accorge che il mondo va avanti anche senza di noi. Solo allora occuparsi di se stessi può diventare un'esperienza gratificante, un momento di recupero: si riprende il contatto con la propria reale personalità, dimenticando la parte che si recita per il mondo. (...)
Non basta allenarsi al rilassamento, se si cercano notevoli miglioramenti; occorre rivedere piano piano, senza sottoporsi a mutamenti troppo evidenti e stressanti, tutta la propria vita, partendo dalle abitudini più semplici, come appunto l'alimentazione, il sonno, il modo di respirare, il ritmo di vita e soprattutto il modo di usare la mente, eliminando ogni pensiero, ogni condizionamento negativo. Per esempio si può cominciare a eliminare dai propri discorsi frasi come "non posso", "non riuscirò mai", "non sono capace", che bloccano l'azione già sul piano ideativo, psicologico.
Le prime indicazioni igieniche ci provengono dallo yoga, una disciplina completa che aiuta a raggiungere l'armonia del corpo e della mente, senza mai cadere negli eccessi. "Lo yoga non è in verità di colui che troppo mangia, nè di colui che non mangia affatto," si legge nella Bhagavad Gita, "non è di colui che ha l'abitudine del troppo sonno o di colui che troppo veglia. Lo yoga è dell'uomo che è misurato negli alimenti e nel riposo, di colui che appropriatamente agisce negli atti della vita, di colui che con misura dorme e sta sveglio".
L'attitudine mentale di chi vuole ottenere un cambiamento è quella di accettazione, di disponibilità interiore a intraprendere un lungo viaggio alla ricerca di se stesso. Molti partono prefiggendosi traguardi impegnativi, come appunto la ricerca della serenità, la risposta a domande importanti di tipo esistenziali. Altri hanno obiettivi più limitati, che si riferiscono al corpo, come eliminare il mal di testa o regolarizzare i disturbi neurovegetativi. Importante è avere in ogni caso una motivazione, che poi può anche mutare nel corso del tempo, spostarsi o cambiare direzione.
Da "I poteri della mente" - Manuela Pompas
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