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31 ottobre 2010

L'arte della meditazione

meditazione
Certi segnali stradali possono sembrare oggetti insoliti. A volte ci dicono più di quanto ci aspettiamo. Uno che mi è particolarmente piaciuto si trova lungo una gelida strada canadese che è spesso coperta di neve o di fango. E' semplice e preciso, perchè vi sono stampate delle grosse lettere che dicono: "Fate attenzione al fosso che scegliete, perchè potreste restarvi a lungo". Lo stesso messaggio potrebbe essere vero per noi nel corso della nostra esistenza.
Una delle funzioni della meditazione è proprio quella di assicurarci, per quanto possibile, di non restare - per così dire - bloccati nella neve. Quando meditiamo, parte del nostro compito è creare uno spazio interiore dove Dio può parlarci e dove anche noi possiamo parlargli. Molta gente ha cercato di mettere in pratica questa teoria. Madre Giuliana di Norwich, una mistica cristiana medievale, passò molte ore della sua vita in meditazione.
La sua famosa frase: "tutto andrà bene, e tutto andrà bene, e in qualsiasi modo vadano le cose tutto andrà bene", secondo me riassume le nostre speranze e aspirazioni quando ci impegniamo nella meditazione. Cerchiamo di riacquistare l'equilibrio nella nostra vita e vogliamo anche assicurarci di non rimanere bloccati in un fosso. Tentiamo di salvaguardarci dall'attività frenetica da un alto, e dalla stanchezza e depressione dall'altro. Quando iniziamo a meditare, il nostro tempo sarà probabilmente in gran parte occupato a cercare di restare concentrati. In seguito, ci chiederemo: "Dove vado, a partire da qui?".

Il maestro spirituale indù Osho, ha messo in evidenza due aree su cui, secondo lui, la gente dovrebbe concentrarsi quando emerge dagli stadi iniziali della meditazione.
In primo luogo, egli dice che è possibile rendersi conto di come la vita abbia assunto una sfumatura particolarmente attiva. Saranno necessari un certo sforzo e una certa preparazione per progredire oltre questa fase. Iniziamo questa preparazione lavorando un poco sullo schema della nostra respirazione. Cominciamo con l'osservare come, e a che velocità, siamo soliti respirare. Un secondo metodo per progredire è concentrarsi sui suoni che ci circondano o starli semplicemente ad ascoltare. Prima di iniziare, cerca di creare un momento di "stabilizzazione" per favorire la pace e la tranquillità. Se non ti ricomponi, infatti, può darsi che si realizzi molto poco. Non si ottengono buoni risultati se si cerca di entrare subito o in modo confuso in meditazione.
La meditazione è un modo per mettere a punto se stessi, è quasi come accordare uno strumento musicale. I violinisti, quando mettono a punto le corde del loro violino, ascoltano alcune note fondamentali. Anche noi dobbiamo ascoltare ciò che la vita cerca di dirci. Può darsi che la grazia di Dio ci aiuti, oppure potremmo carpire delle intuizioni o l'autoconoscenza osservando chi siamo, cosa facciamo, perchè agiamo come agiamo e che tipo di ricompense derivano dalle nostre azioni e reazioni. Possiamo acquisire ulteriore saggezza se porgiamo l'orecchio ai sussurri della nostra voce interiore e facciamo attenzione alle osservazioni e all'arguzia delle battute dei nostri amici.

Le persone hanno ragioni diverse per intraprendere la pratica della meditazione. Alcuni sperano di mettere a fuoco la loro vita e mantenerla in questo modo. Altri cercano l'equilibrio, o il riequilibrio, e sanno che la meditazione può aiutare a eliminare lo stress e a favorire il rilassamento. I praticanti che hanno una lunga esperienza dichiarano che la meditazione può a volte rivelarsi una lotta, ma insistono sul fatto che i benefici che se ne ottengono sono di gran lunga superiori al prezzo pagato. Tali benefici possono avere un effetto diretto sulla nostra salute, sia fisica sia spirituale.
Per ottenere uno qualsiasi di questi benefici, però è necessario che creiamo il silenzio intorno a noi. Differenti sono i mezzi usati per favorire un modo di essere riflessivo. Fra essi c'è il guardare con intensità la fiamma di una candela, usare la ripetizione di un mantra, seguire il ritmo o la velocità del respiro o addirittura fare attenzioni ai ritmi del proprio corpo. Per mezzo di uno o di tutti questi metodi cerchiamo di creare una specie di camera di isolamento interiore che escluda le distrazioni del mondo esterno. La meditazione richiede di rimanere concentrati. (...) Ogni volta che la tua mente si distrae, puoi riportare l'attenzione sull'immagine precisa della fiamma della candela o sul mantra.
Rimani con ciò che hai scelto. Il punto essenziale non è la lunghezza della meditazione, ma se questa pratica ti porta a uno stato di attenzione totalmente focalizzata. Per aiutare lo stato meditativo, io cerco di trovare una posizione corporale che mi aiuti a concentrarmi e che mi faccia restare vigile, senza essere nè troppo teso nè troppo rilassato. L'essere troppo rigido induce tensione, mentre l'essere troppo rilassato favorisce il sonno.
Il nostro scopo è restare svegli, restare presenti davanti a Dio, mantenendo lontana ogni inutile tensione. Non sono molte le persone che credono di riuscirci bene. Ricordate Groucho Marx? Egli usava dire che non voleva diventare membro di un circolo che lo avesse accettato. Nello stesso modo coloro che pensano di aver fatto della meditazione un'arte sono probabilmente fuori strada. Coloro che, con modestia, cercano di trovare la via giusta per la meditazione fanno spesso dei commenti denigratori sui loro miseri tentativi di meditare e si lamentano della loro incapacità di concentrarsi.

Osserviamo come la nostra mente si frammenti in innumerevoli distrazioni prima di scivolare nel sonno. Ero solito pensare di essere il solo a essere incapace di meditare ma, più sento gli altri parlare dei loro tentativi, più mi rendo conto che quasi tutti pensano che gran parte dell'altra gente ottenga risultati migliori dei loro. Non lasciarti scoraggiare dagli insuccessi. (...)
Ritagliati del tempo per meditare perchè oggigiorno è sempre più difficile trovare pace e serenità. Molti hanno una vaga consapevolezza che qualcosa manchi nella loro vita, ma non sono sicuri di cosa si tratta. (...) Spesso è solo quando ci si allontana dal rumore e dalla confusione della vita quotidiana che ci si rende conto di quanto la serenità sia assente nella normale esistenza.
Ho capito questo tempo fa, quando ho fatto un ritiro nella isolata regione irlandese del Donegal. Fin dal primo giorno del ritiro, il mio istruttore ha cercato di impartirmi una semplice lezione. Il giorno di apertura mi consigliò di rilassarmi e non fare nient'altro che riposare. Il secondo giorno mi consigliò di andare a passaggio lungo le scogliere della zona e guardare gli uccelli mentre costruivano il nido. Il terzo giorno, dopo le mie continue richieste di darmi dei brani delle Scritture su cui concentrami, il direttore del ritiro mi consigliò di sedermi sulla scogliera e di osservare il colore del mare. Il quarto giorno mi chiese quindi di passare la giornata guardando il cielo. Avrei dovuto concentrami sulle diverse forme assunte dalle nuvole mentre passavano. A questo punto del ritiro ero pronto a mettermi a urlare e reclamai che mi venisse fornito del vero e proprio materiale per la preghiera.
Perfino allora il direttore del ritiro si mostrò riluttante ad aderire alla mia richiesta, benchè alla fine accettasse di farlo. Ripensando ora a quell'esperienza, mi rendo conto che ciò che quel sant'uomo cercava di fare era convogliare un messaggio efficace. Aveva intuito che ero talmente avviluppato nelle preoccupazioni e nelle attività della vita quotidiana che avevo solo un bisogno disperato di tirarmi da parte e lasciare che la bellezza di Dio e della natura trovassero tempo e spazio nella mia vita. (...)
Il consigliere spirituale di cui parlo sapeva che la meditazione e il pregare hanno più di un formato. C'è più di una strada che conduce a Dio.

Può darsi che la preghiera non cambi le cose per te, ma certo cambia te per le cose.
Samuel M. Shoemaker

John Callanan da "L'albero delle banane"


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