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26 settembre 2010

La Coscienza sprona al cambiamento


La nostra coscienza non solo percepisce il nostro mondo, ma conferisce la sua impronta anche alla nostra realtà personale.
Possediamo delle forze percettive e creatrici che possiamo utilizzare e orientare allo scopo di attirare le energie, gli avvenimenti e le persone adatti a noi e che ci aiutano a realizzare le nostre aspirazioni in questa vita. Ma che cos'è la coscienza, quel livello spirituale dentro di noi a cui facciamo riferimento? Com'è strutturata e secondo quali leggi funziona? Che cos'è l'Io che sta leggendo queste parole?
Le energie sottili o operanti conferiscono la loro impronta alla nostra realtà. Per imparare a percepirle è utile considerare la realtà in tutti i suoi aspetti e fenomeni non come una condizione fissa, ma piuttosto come un campo di cambiamenti costanti e dinamici in cui niente ha stabilità, ma tutto è in continuo fluire.

Se vogliamo percepire le energie operanti, dobbiamo quindi andare in cerca del cambiamento e non delle immagini fisse e immobili. La percezione paranormale cerca il cambiamento, non le situazioni fisse. (...)
L'energia può fluire solo laddove c'è la diversità, dove uno stato può essere trasferito in un altro. L'energia che scorre produce cambiamento. (...)
Desidero mostravi appronditamente che la nostra realtà può essere interpretata come dimensione di idee creative, attraverso cui fluiscono le energie creative e attraverso cui ha origine la nostra creazione. La nostra coscienza può percepire queste idee e connettersi a loro consciamente o anche tenersi consciamente lontana da esse, formando così una realtà personale. (...)
Tutto ciò che esiste nella nostra realtà è espressione di idee creative che hanno ottenuto una forma grazie alle energie creative.
Una scimmia, un melo, una torta di mele - alla base di ogni cosa ci sono delle idee creative che sono attive anche adesso e manifestano la loro energia vitale. Queste energie organizzate e dotate di forma agiscono persino oltre la forma esterna nell'ambiente, dove continuano ad essere attive in modo conferme alla loro idea.
Anche il nostro corpo per esempio si forma in base alle sue idee creative, perfettamente adeguate alla sua intenzione di vita. Se vivessimo secondo queste intenzioni e non permettessimo al nostro ego di strapparci all'espressione naturale della nostra energia vitale e di farci fare delle cose che non vogliamo veramente o che ci impediscono di fare ciò che desideriamo, la nostra energia creatrice potrebbe fluire in modo libero e costante attraverso le idee creative, dando origine così ad un corpo perfettamente adatto alle nostre intenzioni e conservandolo anche nel tempo.
Ma in genere non seguiamo la nostra intenzione di vita. Nel corso della nostra storia personale il nostro ego è stato marcato da norme, valori, aspettative a noi estranei e il libero flusso dell'energia vitale (l'energia creatrice) attraverso le idee creative contenute nella nostra intenzione viene ostacolato. Di conseguenza, anche nel nostro ambiente non si manifesta ciò che è adatto alla nostra intenzione di vita, e anche il nostro corpo spesso non riesce a trovare la situazione adeguata e si ammala.

Ma non basta; l'ego, che in effetti era stato immaginato come osservatore e non come autore estroso, comincia ad immischiarsi nel processo creativo e deforma sempre più la rete delle idee creative, o meglio la loro irradiazione. Ci perdiamo quindi in questa impronta estranea, ci identifichiamo con idee creative non nostre e non sentiamo più la nostra intenzione di vita, che si esprime in profonde nostalgie e obiettivi più elevati. Se siamo a conoscenza dell'esistenza delle idee creative attraverso le quali agisce la forza creatrice, possiamo anche cercarle consciamente e guardare oltre la superficie delle cose. Possiamo distinguere le nostre idee, quelle che abbiamo in dotazione, da quelle a noi estranee, prese da altri, nonchè riconoscere la nostra intenzione di vita e quella degli altri e gestirla consciamente. (...)
Forse restiamo bloccati in una professione che ormai ha fatto il suo tempo, oppure diventiamo dipendenti da un rapporto in cui ci dimentichiamo di noi stessi e ci ritiriamo completamente. In questi casi la nostra anima richiama la nostra attenzione e comincia a sfilacciare la maglia, cosa che noi viviamo sotto forma di difficoltà interiori o esteriori. Raramente si tratta di una cosa piacevole. Magari la situazione finanziaria della nostra ditta continua a peggiorare oppure il nostro partner ci lascia o ci ammaliamo. Tutti questi potrebbero essere segnali esterni del fatto che ci siamo staccati dal nostro potenziale e stiamo vivendo una vita che non ci corrisponde realmente.
La nostra anima ci esorta ad andare avanti e ricordarci dei nostri talenti e delle nostre aspirazioni. Se però questi tentativi di sfilacciamento non danno alcun frutto, può darsi che la nostra anima cominci a dare degli strattoni: malattie, fallimento, solitudine ecc., finché ad un certo punto tutta la nostra vita si sfascia per darci lo stimolo necessario al cambiamento.

Da "Come aprire il terzo occhio" H. Wessbecher


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