
Tutto inizia dentro di noi. Che cosa significa? Vuol dire che se abbiamo qualcosa che non funziona bene nel nostro corpo o nella nostra vita, dobbiamo guardare dentro di noi e non fuori, come invece ci ha insegnato a fare la nostra cultura.
Ciò significa che, da questo punto di vista, non accade nulla sul piano fisico, a meno che non ci sia una "tensione" a livello interiore.
In altre parole, se facciamo quello che è giusto per noi, nel profondo, se ci ascoltiamo, siamo naturalmente equilibrati e sani.
Infatti, è vero che a livello fisico è un virus a provocare l’influenza, ma è altrettanto vero che si è infettati soltanto in alcune circostanze: per noi queste si verificano quando nella nostra coscienza ci sono dei blocchi specifici.
I virus sono dappertutto. Perché alcune volte ne siamo affetti, altre altre no?
La causa è il nostro stato interiore.
E ancora: quando ci procuriamo una ferita in un incidente, perché questa è localizzata proprio in una certa parte del nostro corpo, quella in cui normalmente abbiamo problemi ?
E' un "caso" o c'è uno schema e un ordine secondo cui le cose accadono nel nostro corpo?
Noi siamo potenzialmente in contatto con una parte profonda che sa cosa è giusto per noi. La possiamo chiamare intuizione, istinto o voce interiore.
Quando l'ascoltiamo, la nostra guida interiore ci porta sempre verso ciò che funziona per noi, verso ciò che ci fa stare bene; ma se ci "distraiamo" e non le prestiamo attenzione, prendiamo alcune decisioni che ci creano tensione, che non vanno bene per noi.
Magari lo facciamo per una "giusta causa", per far piacere a qualcuno o per non fare soffrire chi ci sta a cuore, oppure per essere più amati o per non essere abbandonati... ma, di fatto, quando non ci ascoltiamo, ci facciamo violenza. Questo ci crea tensione interiore. A volte ne siamo consapevoli, a volte no. Ma, da qualche parte, avvertiamo il disagio.
Se prendiamo decisioni che ci creano stress e la tensione arriva a una certa intensità, questa si manifesta a livello fisico: la conseguenza è la creazione del sintomo patologico.
Quindi, da questo punto di vista, tutto ciò che accade nel nostro corpo e nella nostra vita non è altro che il risultato di ciò che ci stiamo facendo "dentro", delle decisioni che abbiamo preso.
Tutto dipende dalla nostra coscienza.
La coscienza è l’esperienza di esistere: quindi, il nostro corpo è parte della nostra coscienza, così come i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri desideri e le nostre paure (...)
Non dobbiamo dimenticare però che noi, e soltanto noi, siamo i padroni della nostra coscienza: noi decidiamo cosa pensare, noi decidiamo che cosa sentire come risposta all'ambiente che ci circonda e agli stimoli che riceviamo, noi scegliamo come percepire gli eventi.
Perciò, se vogliamo che qualcosa cambi, dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare e, conseguentemente, il nostro modo di essere.
Dobbiamo assumerci la responsabilità dei nostri pensieri e delle nostre azioni e, di conseguenza, di ciò che ne risulta.
Il processo di guarigione implica, ovviamente, che ci rendiamo conto e cambiamo quello che non funziona in noi.
Da quanto appena detto, è evidente che ognuno - consapevolmente o no - è artefice della propria realtà. La crea con le decisioni che prende, attimo per attimo, e se il risultato che ha ottenuto non gli piace, lo può cambiare.
Un punto di vista simile può sicuramente intimorire, poiché ci rendiamo conto che tutto dipende da noi ma, allo stesso tempo, questa consapevolezza ci permette di essere liberi di scegliere la vita migliore per noi.
Il sintomo ci aiuta nel nostro processo di comprensione, poiché è come un linguaggio in codice che, una volta decifrato, spiega ciò che ci sta capitando e mostra come ognuno di noi crea la propria realtà. (...)
E' chiaro che, secondo questo punto di vista, non esistono incidenti né coincidenze: le cose accadono secondo uno schema e un ordine. Dipendono dalla nostra coscienza: in altre parole dai nostri pensieri, dai nostri desideri, dalle nostre paure.
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