>
Banner Orizzontale 2

5 dicembre 2010

Bisogno di espansione della coscienza

meditazione
Il Sesto Dialogo della Bhagavad Gita, che tratta del controllo di sé, espone una materia d`importanza fondamentale per tutte le religioni. Illustra come il controllo di sé sia necessario per la meditazione, dandoci così la possibilità di meditare bene. In questo sesto dialogo, considerato a volte come un commento a quello precedente, sono indicate le difficoltà da affrontare:

Coloro che cessano qualsiasi contatto con l'esterno e fissano la loro (attenzione al centro delle due sopracciglia, tenendo in equilibrio il prana e 1'apana che passano dalle narici sotto forma di espirazione e inspirazione, controllano i loro sensi, la loro mente, la ragione, avendo come unico scopo la Liberazione. Essi, lasciati i desideri, la collera e le paure, sono veramente liberi.
- V, 27-28

Riconoscendomi come colui che è il grande Signore di tutto il mondo, l'amico di tutti gli esseri, i saggi raggiungono la pace.
-V, 29

Questi ultimi versi del Quinto Dialogo contengono istruzioni fondamentali per la vita spirituale. Sri Krishna dice che il cessare i contatti con il mondo esterno è una condizione necessaria. Normalmente, siamo assorbiti dalla vita ordinaria che diventa tutto per noi. Per la sua attrazione verso gli oggetti dei sensi ci sembra soddisfacente.
Ma la domanda è: è sufficiente? Potete rispondere che dipende dall'età, i bambini infatti non cercano cose troppo elevate, ma molte volte non le cercano neanche i giovani o le persone più adulte, dipende da ciascuno.

Vi sono due tipi di insegnamento: uno dice che il mondo è pieno di sofferenze, vediamo molti dolori attorno a noi. L`altro consiglia di non vedere il mondo da un'angolazione così grave, perché vi sono sicuramente altre cose. La gente viene spesso a dirmi: io sto cercando. Che cosa? E molto difficile per me spiegarvelo. In realtà essi cercano tutto, cioè non sono soddisfatti di ciò che hanno e vogliono trovare di meglio. Sono volti verso questa ricerca in seguito ad un'esperienza personale.

Non è il caso di tutti, ma di qualcuno. Più spesso è dopo aver incontrato una grande anima, un grande maestro che possiede queste qualità che ci mancano. In realtà, questo esempio stimolante è necessario per molti. Si può anche leggere un libro edificante e riflettere, ma la lettura di un libro non è così edificante come l`incontro con un maestro. Paul Brunton ha scritto un articolo su Ramana Maharshi nel quale racconta di aver sentito, vicino a questo grande maestro, come una presenza. Da lui, emanava una specie di saggezza; egli risiedeva in Ciò e poteva emanare questa conoscenza e questa saggezza attorno a lui.
Paul Brunton aggiunge di aver mantenuto un contatto con Ramana Maharshi, come un'esperienza vissuta e sempre vivente. Molto spesso, dopo aver letto molto, si incontra un essere umano che tocca in noi qualche cosa di profondo, e ciò è sufficiente, non si cerca più altro. (...)

Quindi è sufficiente un contatto umano per indurre un tal cambiamento. (...)
Se noi non avvertiamo questa necessità interiore di scoprire qualcos`altro, che è già un primo passo, tutti gli studi sulla Bhagavad Gita e le parole dei grandi maestri saranno per noi senza importanza.

E arrivando a questa comprensione che possiamo dire di essere sulla via.
Poi, bisogna anche sentire il desiderio di andare più lontano, sormontando gli ostacoli, fino alla fine, ed è questo il contenuto del Sesto Dialogo. Le istruzioni di Sri Krishna sono date nel quadro della tradizione religiosa del suo tempo, e i tempi cambiano. Sri Krishna parla di rinuncia in termini molto pratici.
Dove ci porta la rinuncia? L`ascetismo è lo scopo della vita?
Un tempo la gente credeva che bisognasse trovarsi in un monastero per praticare l`ascetismo e la rinuncia. Sri Krishna ha modificato questo punto di vista.
Ha mostrato che l'ascetismo è un mezzo, non il fine.

Sono i nostri pensieri che portano il male, il nostro vero “io” non ne è interessato. Un altro punto molto importante è questo: abbandoniamoci completamente a Dio o, se voi preferite all`Assoluto. Utilizzo le due forme, perché dovete sapere che, qualunque sia il nostro cammino, possiamo superare la nostra coscienza limitata e raggiungere un livello più elevato, nel quale l`io si unisce al tutto.
Questa è la trasformazione. A questo punto, ci siamo solo noi. In questo ampliamento della mia coscienza io sono con il tutto, sono unito all`infinito. Non esiste più la nozione di corpo poiché il mio io è ora l`universale.

Benché vi siano cammini diversi, tecniche diverse come per la meditazione universale, l'ideale è sempre lo stesso. Controllare il corpo, i pensieri, controllare i sentimenti per condurre la coscienza individuale su uno stato più ampio, quello dell`unità con tutto ciò che respira e vive. ln questo non dobbiamo sforzarci di distruggere l'ego.
Non dimenticate questo: bisogna allargare il nostro ego. Dalla sua condizione limitata, condizionata dal corpo e dal pensiero, dalla personalità, deve diventare molto più grande. E la bellezza che noi troviamo nei grandi maestri come Gesù, Buddha o San Francesco d`Assisi. Per un essere che ha raggiunto questi alti stati spirituali, che ha sentito quest'unità, le esperienze penose, le sofferenze incontrate nella vita quotidiana, ormai non hanno più alcun peso, perché il loro vero io è al di là di tutto questo.
Avere dei buoni pensieri per tutti, voler bene a tutti può essere considerata come una buona tecnica di meditazione, per prepararsi comunque ad essa. In tutte queste pratiche preparatorie ci deve sempre essere lo sforzo costante di voler allargare la propria coscienza fino a portarla ad essere infinitamente più grande.
La meditazione profonda conduce ad una trasformazione della coscienza ordinaria, e allo stesso tempo ci procura una visione spirituale. Allora, noi non vedremo più le cose e gli esseri nella stessa maniera. (...)


CLICCA QUI PER LA MEDITAZIONE GUIDATA