I praticanti dello yoga conoscevano il viaggio nel tempo fin dall'antichità e molti lo esercitano ancor oggi. Lo yoga è un sistema di pratica che è in parte arte, in parte filosofia e in parte scienza. E' un metodo concreto per nobilitare la propria vita, darle uno scopo e andare al di là delle illusioni quotidiane che sommergono tutti noi. Secondo la filosofia tradizionale indiana, il sistema yoga è diviso in due parti principali, hatha yoga e raja yoga, che comprendono al loro interno molte divisioni minori. Lo hatha yoga riguarda principalmente la fisiologia, e si propone di stabilire la salute e addestrare la mente e il corpo. Il raja yoga è un mezzo per controllare la mente stessa seguendo un metodo rigoroso stabilito molto tempo fa da adepti. (...)
Inoltre, il più famoso testo hindu, la Bhagavad Gita, parla del karma yoga, del bhakti yoga e del jinana yoga, tre vie volte al conseguimento dell'illuminazione. (...)
Lo yoga come pratica e sistema allo stesso tempo implica un concetto di tempo riassunto nella parola sanscrita samsara. Samsara significa esistenza condizionata, limitatezza e indica l'asservimento dello spirito al confino spazio-temporale. Come fa notare Georg Feuerstein, noto studioso e insegnante della filosofia dello yoga: "Prima di tutto... il Samsara è il tempo". Feuerstein spiega che il significato letterale di samsara è "fluire insieme": un perpetuo flusso di cose ed eventi che producono conseguenze di relazioni causali. (...)
Questo flusso comune di cose ed eventi ha una controparte nella fisica quantistica ed è vitale per il modo in cui la mente "crea" il tempo e l'apparire degli eventi oggettivi.
Ma il termine samsara si riferisce anche a qualcosa che la mente occidentale, con la sua visione "lineare" del tempo, non considera: l'idea della ruota dell'esistenza, ovvero che l'anima esperimenta infiniti giri di nascita, vita, morte, e rinascita, messi in moto da legami causali creati nelle vite passate. Ne risulta che, dal punto di vista della fisica quantistica, questi cicli possono essere sperimentati dal viaggiatore del tempo attraverso il riconoscimento del ruolo giocato dalla mente egoica per "ancorare" l'esperienza, ossia per legarla letteralmente al tempo fornendo un punto focale attivo o ego.
Il samsara è anche sinonimo di maya, o illusione, l'ostinata convinzione che ci lega allo spazio e al tempo facendo sì che diventiamo partecipi del flusso di questi cicli perpetui invece di sfuggire loro. Anche questa visione della vita insegnata dagli antichi adepti si accorda con le scoperte della fisica quantistica (...)
Molti antichi inni ci dicono che il tempo - il passato, il presente e il futuro - è il progenitore del cosmo, nonchè figlio della coscienza. In quest'antica saggezza è racchiuso un segreto, ovvero che attraverso la tecnica è possibile ingannare il tempo, in altre parole viaggiare nel tempo e addirittura raggiungere i lidi dell'atemporalità. Anche questa volta la fisica quantistica concorda e ci insegna a tracciare una mappa di queste terre di modo che il viaggiatore possa farsene un'idea. Trovo straordinario che la fisica moderna postuli l'esistenza di un regno dell'essere privo di tempo e di spazio, senza il quale risulterebbe in gran parte poco sensata, e scollegata dalla realtà così come noi la percepiamo.
Benissimo, potreste dire voi, ma questo che cosa ha a che fare con il viaggio nel tempo? Esaminando più in profondità questi antichi testi, scopriamo che essi ci dicono che il tempo e lo spazio sono prodotti dalla mente e non esistono indipendentemente da essa. Soprendentemente, i principi della fisica quantistica affermano la stessa cosa. Questa è una chiave straordinaria. Il trucco per uscire dai confini dello spazio e del tempo sta nell'andare al di là della loro sorgente, la mente stessa. Paradossalmente, abbiamo bisogno di una raffigurazione teorica creata dalla mente per comprendere che cosa significhi andare al di là della mente. Abbiamo anche bisogno di una forma di pratica.
Per fare del viaggio nel tempo una realtà e non soltanto esercizio teorico, è necessario trovare un modo per sgusciare dietro all'angolo, per sbirciare sotto allo schermo, in certo modo, dove è proiettato il nostro solito film della realtà. Gli antichi Veda chiamano quest'osservare la creazione da dietro alle quinte kala-vancana, che letteralmente significa "ingannare il tempo". E' possibile, essi affermano, sfuggire all'illusione spazio-temporale del samsara (le proiezioni della mente stessa, che si rivela essere la nostra stessa memoria sotto false sembianze) e ingannare il tempo, ovvero viaggiare attraverso il tempo.
All'inizio del primo millennio a.C., i filosofi indiani fondarono quella che oggi chiamiamo la filosofia perenne sulle basi delle loro osservazioni. Possiamo formulare in tre proposizioni:
- Celata dietro l'illusione del cambiamento incessante esiste una realtà infinita e immutabile.
- Questa realtà infinita e immutabile è al cuore di ogni essere ed è il substrato della personalità.
- La vita ha uno scopo fondamentale: sperimentare quest'unica realtà, scoprire Dio nel corso della permanenza terrana.
La Gita non conduce il lettore da uno stadio dello sviluppo spirituale a un altro, ma inizia dalla conclusione. Krishna dice subito che l'anima immortale è immutabile e sempre presente e, ciò che importa ai fini della nostra trattazione, che lo scorrere degli istanti del tempo è illusorio. L'anima indossa il corpo come un abito, di cui disfarsi una volta consumato; così essa viaggia da un corpo all'altro, spogliandosi dei vecchi corpi per prenderne degli altri. (...)
Nella prima parte della Gita, Krishna introduce anche la parola yoga, riferendosi non alle posizioni fisiche dello hatha yoga o alla disciplina del raja yoga, ma a una certa imparzialità o equilibrio della mente. Krishna incoraggia Arjuna a prendere dimora nello yoga in questo senso, poichè esso conduce alla profonda pace mentale e alla capacità di agire efficacemente quando necessario. Così lo yoga implica l'agire in libertà piuttosto che attraverso le risposte condizionate agli eventi con cui ci dobbiamo confrontare nella vita. (...)
Da "Lo Yoga della mente e il viaggio nel tempo" - Wolf Fred Alan