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18 ottobre 2010

I Segreti della Preghiera (Gregg Braden)


Gli antichi Esseni ci hanno comunicato nei loro scritti la convinzione che si entra in comunione col mondo attraverso le proprie percezioni e i propri sensi. Essi consideravano ogni pensiero, sentimento, emozione, respiro, alimento o movimento, o una loro combinazione qualunque, come un'espressione di preghiera. Dalla loro prospettiva, l'atto stesso con cui usiamo i nostri sensi, percepiamo e ci esprimiamo quotidianamente, ci pone in un costante stato di preghiera.
I testi esseni, con grazia poetica e incisive metafore, ci rammentano che il corpo, il cuore (sentimenti) e la mente agiscono insieme (...)
Se la preghiera è realmente il linguaggio dimenticato attraverso cui scegliamo esiti e possibilità future, allora ogni momento della vita può essere considerato come una preghiera.


In ogni istante, sia da svegli che da addormentati, pensiamo e proviamo sentimenti ed emozioni, contribuendo così a ciò che si realizza nel mondo. La chiave di tutto sta nel sapere che talvolta il nostro apporto è diretto e intenzionale, talaltra invece partecipiamo indirettamente, senza nemmeno renderci conto del nostro intervento. Un'espressione del secondo tipo è quella di coloro per i quali la vita "semplicemente accade". Chi ha questa esperienza spesso si sente come uno "spettatore" che si limita a osservare ciò che accade agli amici, alla famiglia e ai propri cari - perfino alla terra stessa. Osservare l'orrore dei rifugiati scacciati dalle loro case in Kosovo durante la crisi del 1999, o assistere a una strage avvenuta in una scuola sono esempi di momenti in cui ci si sente impotenti.
Alcuni testi recentemente tradotti, alcuni dei quali risalgono a più di due mila anni fa, ci suggeriscono un modo per partecipare attivamente, per "fare qualcosa" durante queste esperienze esistenziali. Riconoscendo l'efficacia del potere silenzioso della preghiera, gli antichi ne descrivono una forma oggi conosciuta come preghiera attiva.
Se si fondono in un unico insieme le componenti della preghiera, si può gettare un ponte verso il linguaggio della creazione. Attraverso questo ponte, possiamo scegliere l'esito di una determinata situazione fra una serie di possibilità. Cinquecento anni prima della nascita di Gesù, i maestri esseni ci hanno invitato a mettere a fuoco il potere dei vari elementi che compongono la preghiera - pensiero, sentimento ed emozione, sperimentati come cuore, mente e corpo - proiettandolo in un singolo risultato.

La chiave di tale abilità è delineata in una singola citazione: "I sentieri sono sette attraverso il Giardino Infinito, e ciascuno deve essere attraversato dal corpo, dal cuore e dalla mente come una cosa sola...". Questa forza unificata al linguaggio celeste, parlato attraverso il corpo, infonde vita alle nostre preghiere (...)
Abbiamo delineato la prospettiva scientifica secondo la quale il futuro può già esistere allo stato di una fra molte "possibilità" latenti contenute nella zuppa della creazione. Ogni giorno, nel compiere nuove scelte, risvegliamo nuove possibilità e ci sintonizziamo col risultato che ne scaturisce.
Questo punto di vista implica che ogni volta che chiediamo qualcosa in preghiera, esiste un esito possibile in cui la preghiera e già stata esaudita. Se questa visione del mondo è esatta, potremmo dire, per esempio, che ogni becco spaccato, arto ferito e osso fratturato del serraglio che tenevo in garage da bambino, rappresentava un esito possibile per quel particolare momento. In quello stesso momento esisteva anche un altro risultato possibile, dove ognuno degli animali che stavo curando era già guarito. Ciascun risultato esisteva già. Ciascuna possibilità era reale.
La chiave che ci permette di scegliere un risultato possibile fra molti altri è la nostra capacità di sentire che la nostra scelta si è già realizzata. Quindi, in altre parole, la nostra definizione di preghiera come "sentimento" implica che siamo invitati a trovare in noi stessi la qualità di pensiero e di emozione che produce tale sentimento - quello che ci fa comportare come se la nostra preghiera fosse già stata esaudita. Infatti, come potremmo trarre beneficio dall'effetto del nostro pensiero e delle nostre emozioni, se ciascun modello andasse in una direzione causale? Al contrario, se i modelli della nostra preghiera vengono messi a fuoco in modo unificato, come può il "materiale" della creazione non rispondere a essi?

Quando pensiero, sentimento ed emozione non sono allineati, ciascuno di essi può essere considerato fuori fase rispetto agli altri. (...) Il risultato è una dispersione di energia.
Per esempio, se il nostro pensiero è: "Scelgo il partner perfetto per me", noi liberiamo un modello di energia che lo esprime. Qualunque sentimento o emozione che non sia in sincronia con quel pensiero è incapace di dare forza alla scelta di un partner perfetto. Se i nostri modelli sono male allineati, a causa di sentimenti che ci fanno sentire indegni di avere un partner così perfetto oppure perchè sussistono emozioni collegate alla paura, essi possono effettivamente impedire alla nostra scelta di trasformarsi in un risultato. In questo stato di non allineamento, ci può accedere di chiederci perchè le nostre affermazioni e preghiere non hanno funzionato. (...)
L'idea di unificare pensiero, emozione e sentimento e di vivere secondo i desideri del nostro cuore è stata sviluppata all'inizio del secolo senza fare ricorso alla parola della preghiera, in modo certamente meno tecnico, e con un linguaggio molto diverso. Infatti l'opera di Neville, che riafferma l'uso della quinta modalità di preghiera, cioè il presumere che la nostra preghiera sia già accaduta, afferma quanto segue: "Dovete abbandonarvi mentalmente al vostro desiderio già avverato attraverso il vostro amore per quello stato e, facendo ciò, dovete vivere nel nuovo stato e non più in quello vecchio". Sebbene fossero efficaci, le osservazioni di Neville sulla capacità umana di cambiare i risultati e di scegliere nuove possibilità esistenziali non furono ben comprese agli inizi del ventesimo secolo. (...)

Il bello della preghiera è che non è necessario sapere esattamente come funziona per beneficiare dei suoi effetti miracolosi. Con questa tecnologia universale, siamo semplicemente invitati a sperimentare, sentire e riconoscere ciò che i nostri sentimenti ci stanno dicendo. Le nostre preghiere prendono vita quando riusciamo a mettere a fuoco il sentimento corrispondente al desiderio che abbiamo in cuore, anzichè il pensiero del nostro mondo conoscitivo.

Da "Effetto Isaia" - Gregg Braden (Disponibile qui)


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