
La nostra coscienza, cioè il nostro stato interno, le nostre convinzioni delle cose (anche inconscie), fa diventare realtà esterna e oggettiva ciò che gli corrisponde.
Più la coscienza si illumina, maggiori e migliori diventano le possibilità che si attivano naturalmente, sincronicamente, nella nostra quotidianità. (...)
Per far realizzare nella nostra vita una possibilità a cui non siamo ancora arrivati, e farla dunque accadere spontaneamente, basterebbe sintonizzarsi - divenire consapevoli - della frequenza desiderata e lasciare che questa saturi la nostra coscienza e il nostro spazio. Fissando con determinata "delicatezza" la frequenza dell'intenzione, nel tempo, questa poi si manifesta.
Bisogna, però, imparare ad accettare il "vuoto" del tempo di germinazione.
Un seme piantato è sì curato, ma non viene continuamente dissotterrato per controllare lo stato della sua crescita.
In questo periodo di "vuoto", in cui gli effetti non sono ancora visibili, noi fissiamo il seme, attraverso la nostra intenzione, forza, bellezza e solidità.
Se concediamo con abbondanza a questo tempo di impregnarsi della nostra informazione, ci assicuriamo un risultato duraturo.
Per poter attuare questa operazione bisogna avere una buona carica vitale ed essere canali puliti. Noi richiamiamo nella nostra esistenza ciò che ci corrisponde.
Se il vostro veicolo fisico non ha la sua giusta energia vitale, gli effetti richiamati avranno la stessa debole consistenza!
Perché l'energia vitale scorra liberamente si deve essere rilassati dentro e nel corpo.
Il fisico deve essere in forma per poter agire da buon ricettore.
La mente, al contempo, non deve intromettersi con pensieri che abbassano le frequenze e richiamano il coinvolgimento emotivo. In uno stato fisico, mentale ed emotivo buono ma distaccato (leggero e positivo; per facilitarsi a sintonizzarsi sulla leggerezza si potranno evocare quelle immagini che procurano quella sensazione, per esempio vento, brezza, stelle pulsanti): "volontà senza brama", e focalizzato sul desiderio da richiamare nella coscienza e nella realtà, ci si può sintonizzare sulle frequenze da realizzare.
Non ci si deve essere alcuna tensione interiore nel richiamare e nel mantenere la frequenza, solo una positiva e determinata, forse dovremmo dire "entusiastica", messa a fuoco.
Questa dovrà esprimere innanzitutto la propria fede e, al contempo, la capacità di lasciar fiduciosamente andare l'intenzione, in modo che non ci si esaurisca nella tensione e nella frustrazione.
E' la tensione, e la rigida focalizzazione verso l'ideale (seppur positivo come pensiero), che rallenta e ostacola il flusso energetico che permette l'integrazione e l'evoluzione del processo (bisogna essere "liquidi", "fluidi" dentro!).
Se non c'è rigidità, il corpo stesso, la mente e le emozioni sono aperte al flusso energetico della frequenza richiamata, e il processo di integrazione avviene senza essere ostacolato o ritardato.
Nel tempo, questa frequenza sottile, richiamata senza pressione, si realizza totalmente nella nostra consapevolezza, quindi, nella nostra realtà.
(...)
Se decidiamo di migliorare la nostra vita dobbiamo essere consapevoli di ciò che ci è stato indotto, dall'educazione o dalla società, ma che non corrisponde alle nostre vere e profonde esigenze e liberarci dalla loro costrizione automatica, rimpiazzandoli con i nuovi pensieri.
Bisogna, infatti, purificare le memorie impresse e fissate nelle cellule dell'organismo per liberarle dai vissuti annichilenti o in contrapposizione alla propria natura.
A questo lavoro si affianca un lavoro di ricodificazione interna, dove le vecchie memorie vengono sostituite da nuove informazioni positive. Con pazienza, determinazione e serenità si riesce nell'intento.
Da
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Capire ciò che avviene e l’arte di farlo accadere
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