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7 settembre 2010

Coscienza razionale e coscienza spirituale


La coscienza razionale procede secondo il pensiero logico, determinato dalle leggi di causalità e deduttivismo:

A = B, B = C, A = C.

I momenti del processo logico, come sottolinea Laura B. Gilot in Psicosintesi e meditazione, sono i seguenti: "la percezione, l'integrazione dei dati percepiti, la collocazione del nesso logico e causale e finalmente l'opinione". Si tratta di un processo sillogico analitico, che separa, divide la realtà per comprenderla. Secondo questa procedura ampiamente dominante, tutto ciò che può essere fermato, diviso, collocato in un nesso di causalità viene giudicato reale e i procedimenti che lo studiano, scientifici; tutto ciò che non può essere imbrigliato in questo modo, semplicemente non esiste e chi lo studia non può ritenersi uno scienziato.
Ma le caratteristiche essenziali della vita sono bipolarità e ritmo; nessun processo vitale può essere fermato, separato dal suo contesto per essere studiato, capito. (...)

Nessuno può permettersi di far passare come scienza della vita lo studio di una cellula al microscopio, si tratta solo di uno dei modi con i quali la nostra mente razionale con i suoi limiti cerca di avvicinarsi alla comprensione della vita. E questo è molto importante perchè se la scienza ufficiale si comportasse come se fosse consapevole di ciò, perderebbe molta della sua arroganza e aprirebbe la strada a nuovi obiettivi e nuovi metodi connessi con la coscienza intuitiva per la comprensione di ciò che è. Le caratteristiche più genuinamente umane appartengono infatti a quelle categorie che non possono essere in nessun modo studiate e tanto meno comprese con i procedimenti della scienza positivista, prodotto della nostra mente razionale e dei suoi processi logici. La creatività, la genialità, l'amore profondo, i fenomeni di ipersensibilità che aprono le porte del "paranormale", l'esperienza mistica, la gioia, l'estasi, i fenomeni di transidentificazione e comunicazione profonda tra le persone, l'esperienza della natura e del divino che è in noi, in una parola l'essenziale sono al di fuori del campo della causalità e del deduttivismo e nell'uomo razionale semplicemente non esistono o restano inattivate, quando pure non vengono combattute e delineate come patologia.
Ma la patologia si nutre proprio di questa separazione; il non riconoscimento delle caratteristiche più elevate o la lotta contro di esse rappresenta per l'uomo moderno le fonti principali di "malattia".

La chiusura della coscienza razionale all'irruzione dell'intuitivo completa il cerchio, impedendo all'uomo di guarirsi attingendo alle sue potentissime forze interiori di guarigione connesse con i poteri della mente, il raggiungimento di stati di trance, l'armonia con le forze della natura e il loro dominio. La mente razionale contiene le convenzioni sociali, i condizionamenti culturali attraverso i quali l'uomo può ad esempio permettersi di considerarsi religioso senza esserlo. Sappiamo infatti che la quasi totalità della popolazione italiana si considera cattolica! Se intendiamo per religiosità la consapevolezza di fare parte di un tutto e l'agire di conseguenza, la consapevolezza della nostra soggettività e la tendenza al superamento della stessa verso l'universalità, ci rendiamo conto come questo non sia possibile con il solo utilizzo di strumenti razionali, dualistici, analitici che procedono secondo una coerenza analitica, orizzontale. L'uomo "religioso" non può fare a meno di risvegliare la sua coscienza intuitiva se vuole percorrere la sua strada di realizzazione verso lo star bene; lo stesso vale anche per l'uomo non religioso che voglia attingere alla sua creatività, genialità, capacità di amore profondo ecc. (...)
La tua coscienza intuitiva, se attivata, ti fornirà la consapevolezza che "questo è ciò che voglio in questo momento e lo posso ottenere", ma anche ti permetterà di non preoccuparti se ciò non dovesse succedere. Sarai sufficientemente distaccato dal tuo ego e dai suoi insuccessi, saprai dare un senso a quanto è accaduto, saprai viverlo come un fatto, non come un problema. (...)
Qui ed ora nella tua realtà di questo momento, per risolvere i tuoi problemi attuali, per lavare i piatti, per superare un esame, per guarirti e star bene, per diventare il presidente della repubblica o per illuminarti, l'integrazione di pensiero, azione ed emozione, io superficiale e io profondo, l'attivazione di tutti i tuoi livelli di coscienza è la cosa migliore che tu possa fare. (...)

Il passaggio dalla coscienza razionale a quella intuitiva dipende dal superamento della dimensione personale verso quella transpersonale dove avviene un dilatarsi della propria visione del mondo che sposta l'interesse della propria individualità alla collettività e poi all' universalità dell'esistenza. Come il passaggio dalla coscienza istintiva a quella razionale ha rappresentato un' integrazione degli impulsi inconsci a livello della coscienza, la sostituzione del principio di realtà al principio di piacere, per dirla con Freud, il passaggio dal livello di coscienza razionale a quello intuitivo può avvenire solo con l'integrazione dei processi superconsci nel campo della coscienza.
Gli impulsi e le sensazioni sottratte al determinismo dell'inconscio attraverso il controllo da parte dell'io ora vengono liberati grazie alla loro sintesi e armonizzazione con l'espressione creativa e l'immaginazione. I dualismi, la polarità emozione-ragione, vengono trascesi attraverso la trasformazione dell'emozione in sentimento e del pensiero in intuizione.
La volontà, secondo questa concezione tipicamente assaggioliana, diviene il centro coordinatore di ogni attività della coscienza. E' importante infatti che non si determini la cosiddetta fuga nell'esoterico; solo una graduale evoluzione e integrazione dei diversi piani di coscienza nell'io, gestiti dalla volontà, può permettere la realizzazione del sè e il progressivo distacco dal piano della ragione verso quello della intuizione.

Da "Potere spirituale e guarigione" - Pierluigi Lattuada (Disponibile qui)


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