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11 agosto 2010

Meditazione: alla ricerca di Sè


Il modello di ricercatore comune è quello di una persona il cui stato presente è d'incompletezza, scarsità di risorse, abbondanza di problemi irrisolti, dipendente dallo spazio-tempo e dalle circostanze, destinato quindi a fare la parte dell'eroe-cavaliere errante, incapace di raggiungere la sua ambita meta, oppure capace di raggiungerla solo alla fine di una ricerca estenuante e piena di difficoltà.
L'immagine svalutata che ne emerge è causata dal fatto che non sa ancora chi è, nè com'è, poichè, come tutti, è stato abituato a rivolgersi fuori di sè, verso gli oggetti della conoscenza e non verso il soggetto che conosce e ancora meno verso il processo della conoscenza.
Per quanto possa apparire strano o paradossale, questo modello di ricercatore è in linea con il tipo d'uomo emergente dal paradigma scientifico newtoniano-cartesiano ancora in vigore nella cultura occidentale.
Infatti, l'uomo modellato da questa scienza appare perennemente come un essere imperfetto e incompleto, simile ai personaggi delle favole. Proprio come l'eroe (vale naturalmente anche per l'eroina) manca sempre di qualcosa per essere perfetto e completo.
Ciò che gli necessita si trova fuori di sè e per ottenerla s'impegna in una ricerca lunghissima e piena d'ostacoli d'ogni genere; (...)
L'incompletezza dell'uomo-eroe è data innanzi tutto dalla mancanza di una parte spirituale giacchè, per la scienza materialistica, l' universo nel quale viviamo è puramente materiale.(...)
Dall'inizio dell'Ottocento e fino ai primi anni del Novecento, l'assunto standard era che l'universo fosse completamente deterministico e che le leggi scientifiche ci permetterssero di predire qualsiasi accadimento futuro nell'universo, compreso il comportamento umano.
Se l'universo nel quale si vive appare così definito, è normale che l'impresa del ricercatore di sè appaia anch'essa prevedibile e totalmente condizionata dalle leggi scoperte dalla scienza. I ricercatori appaiono in quest'ottica come tanti Don Chisciotte che lottano non contro i mulini a vento, bensì contro la staticità della vita e le sue leggi ferree. Anche la dipendenza dallo spazio e dal tempo e cioè l'idea che per "raggiungere" l'illuminazione sia necessario recarsi in qualche posto speciale dove accadono cose particolari, o che il "se stessi" si trovi in uno stato diverso dall'attuale e che sarà raggiunto solo in un tempo futuro, deriva da questa visione scientifica dello spazio-tempo.(...)
Va detto che solo pochi, sia fra le persone comuni che fra gli scienziati, sono consapevoli del fatto che le idee provenienti dalla scienza, ritenuta la forma di conoscenza più alta nella cultura occidentale, c'influenzano profondamente, persino nella ricerca della nostra identità.(...)
Andando alla ricerca di sè, appare molto vantaggioso e utile fare un'incursione nei territori della scienza, per almeno due motivi.
Il primo è la comprensione del condizionamento culturale in cui si vive e al quale la scienza, nel corso dei secoli, ha grandemente contribuito. Tale condizionamento porta il ricercatore a essere così ipnotizzato dai modelli culturali, da non mettere quasi mai in discussione la loro validità.(...)
Il secondo, che deriva dal primo e riguarda soprattutto il ricercatore occidentale, è il bisogno di mantenere dei punti di contatto con la propria cultura e avere delle conferme circa l'accettabilità sociale della propria ricerca.
Andando alla ricerca dell' illuminazione, può essere confortante sapere che anche la "sacra" scienza si occupa del vuoto, seppure quantico; ciò potrebbe far apparire il ricercatore più "un originale", che un pazzo.
D'altronde, i grandi pionieri della fisica moderna sono attualmente considerati anche dei mistici. Uomini come Albert Einstein, Werner Heisenberg, Niels Bohr, Max Plank e David Bohm hanno espresso una visione del mondo profondamente spirituale.(...)
Come ha dimostrato lo storico e filosofo Thomas Kuhn, nella scienza è impossibile scindere il fisico e il metafisico, la materia e la coscienza, lo sperimentatore e lo sperimentato; essi sono indissolubilmente correlati e formano un unico movimento.(...)
Spesso il ricercatore spirituale, soprattutto all'inizio della ricerca, è interessato a trovare tecniche, informazioni, istruzioni sul come realizzare il proprio obiettivo. Raramente s'interroga sul processo della conoscenza che include sia il conoscitore sia il conosciuto. Eppure, proprio indagando sul processo della conoscenza si arriva al conoscitore o, per dirla con il famoso jnani indiano, N. Maharaj: "il cercatore è il cercato".

Da "Conoscenza di Sè" - Giulia Jordan


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